Rilanciata dal cardinale Baldisseri a Sessa Aurunca
L’arte dell’accompagnamento
«La crisi della famiglia è dovuta anche alla latitanza della Chiesa» che è chiamata sempre più ad «ascoltare» e «accompagnare», «includere» piuttosto che «escludere», offrire i giusti strumenti affinché tutti possano riscoprire, vivere e testimoniare «la bellezza incomparabile del matrimonio». Perché la famiglia «non è solo un agglomerato di problemi», ma è soprattutto Vangelo, cioè una buona e bella notizia da annunciare. Nell’immediata vigilia del Sinodo ordinario dei vescovi dedicato alla vocazione e alla missione della famiglia, il cardinale segretario generale Lorenzo Baldisseri parla chiaro. Intervenuto martedì pomeriggio, 15 settembre, al convegno pastorale della diocesi di Sessa Aurunca, ha tracciato una sintesi del percorso sinodale fin qui percorso a partire dall’assemblea straordinaria dello scorso anno e ha evidenziato temi e aspettative relativi al lavoro che i quasi trecento vescovi di tutto il mondo porteranno avanti a partire dal 4 ottobre per tre settimane.
Innanzitutto il porporato ha fatto emergere «sfide e fragilità della famiglia nel contesto odierno». Per poter annunciare al mondo la bellezza della famiglia, infatti, bisogna gettare luce sulle ombre che, purtroppo, non mancano in un’epoca in cui «si diffonde con pervasività una mentalità “anti-famiglia”, propagandata come via di emancipazione». Tre le sfide particolarmente gravi e urgenti: quella dell’«individualismo e della fragilità affettiva», quella della «mancanza di fede», e la sfida «della precarietà economica e dell’esclusione sociale». Senza dimenticare, ha aggiunto il porporato, la «crisi ecologica» che è anche «umana».
Di fronte a tutto ciò — e il sinodo sarà chiamato a dare risposte «autorevoli e condivise» — la Chiesa deve anzitutto riscoprire «l’arte dell’accompagnamento»: che coinvolga i fidanzati, le famiglie già costituite e quelle «ferite», che vivono, cioè, situazioni «irregolari». «Senza rinunciare — ha spiegato il segretario generale del sinodo — a proclamare secondo verità la dottrina cristiana sul matrimonio unico, fedele e indissolubile», la Chiesa deve «discernere tra le diverse situazioni» e «includere» piuttosto che «escludere». Al mondo intero la Chiesa — non solo le gerarchie, ma l’intero popolo di Dio — deve mostrarsi come «madre dalle braccia aperte per tutti»